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LA STORIA DEL CONVENTO |
RICOSTRUZIONE |
![]() NASCITA COSTRUZIONE DISTRUZIONE |
Nel XVIII secolo, con il passare del tempo, molti locali venivano ristrutturati ed altri aggiunti. Nel periodo napoleonico 1805-1820, con la repubblica napoletana e il regno di Gioacchino Murat, la tempesta si abbattè sul Santuario della Madonna dei Monti. I Pii Operai furono espulsi, i numerosi doni votivi furono derubati e dispersi, il convento e la chiesa spogliati di tutto. Con l'impresa garibaldina e l'unità d'Italia furono disciolte le corporazioni religiose; il demanio s'impadronì anche di S. Maria dei Monti, cedendo poi il convento al comando militare di Napoli che lo destinò a dimora degli ufficiali a riposo e alle vedove dei militari. Di fronte alla profanazione, agli scandali e all'avvilimento in cui fu ridotto il complesso di S. Maria dei Monti si inorridisce. Dipersi i sacri arredi, derubati i libri della biblioteca e i documenti di archivio, i mobili scassinati, il refettorio trasformato in sala da ballo. Il Cardinale Sisto Rilario Sforza pose l'interdetto alla chiesa. Il governo scacciò il custode e la casa fu venduta. Non potendo i Pii Operai riprendere possesso della loro casa per la mancanza di soggetti, l'11 marzo 1882 fu comprata da Don Lorenzo Apicella, Don Filippo Smaldone e il Canonico Antonio D'Amelio per farne una casa di sordomuti fino al 1894. Nel 1898 cominciarono i contatti con i Passionisti che insediarono la prima comunità nel gennaio del 1900. |
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