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Curia Vicariato
Nossa Senhora da Vitòria 
Vicario regionale
Primo consultore
Secondo consultore

La consacrazione alla Passione di Gesù attraverso la vita comunitaria non esaurisce il ventaglio delle possibilità che si presentano al Passionista per dedicarsi all'evangelizzazione.
Parliamo delle "Missio ad Gentes" cioè della scelta di vita che alcuni consacrati fanno di lasciare la propria patria, la propria gente, per andare là dove non sanno, dove non conoscono, dove sono stranieri per portare l'annuncio della Buona Novella.
Per alcuni questo è stato l'ideale di vita fin dalla loro formazione, per altri lo è diventato cammino facendo. Ma tutti coloro che sono partiti, ed hanno speso il loro tempo nei luoghi di missione che di volta in volta la Congregazione ha ricevuto dalla Chiesa come luoghi in cui dover portare questo annuncio, hanno sperimentato la povertà della loro vita e le ricchezze che vengono dallo spogliarsi di se stessi.
Il 7 luglio del 1953 i primi quattro missionari partirono da Napoli alla volta di una terra lontana e mitica, conosciuta poco, dal nome Brasile. I Padri Felice Inglesi, Alfredo Sabetta, Daniele del Bove, Fratel Modesto Tirino, viaggiavano su quella nave fiduciosi nell'aiuto del Signore ma consapevoli dei grandi disagi che avrebbero incontrato. Toccarono terra dopo 50 giorni di navigazione.
In una terra di povertà e di abbandono, dove il grado di civiltà era ancora lontano anni dal nostro modo di vita europeo, cominciò a vivere una nuova realtà dipendente dalla Nostra Provincia Religiosa di Napoli: Il Vicariato di Nostra Signora della Vittoria.
Da allora molti padri sono passati per quella terra, molti hanno terminato il proprio viaggio lì, molti ancora lottano e soffrono insieme alle povertà di un popolo che in parte è ancora umiliato dalle schiavitù del progresso e del consumismo delle multinazionali, ma un nuovo germe di speranza portato dai missionari passionisti ha dato i suoi primi frutti di speranza e di amore. L'inculturazione e il segreto vincente del missionario, cioè compenetrarsi nella cultura del posto diventare un altro da se stesso, mettendo a parte il proprio mondo per essere uno di loro. 
Da questi sacrifici oggi è presente una grande realtà in Brasile che è nelle mani stesse dei Brasiliani anche se molti missionari italiani vi lavorano ancora per aiutare e per fortificare.