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14 dicembre 2001: DIGIUNO E PREGHIERA PER LA PACE

L'APPELLO DI GIOVANNI PAOLO II

L'APPELLO DEL SUPERIORE GENERALE DEI PASSIONISTI

NOTA DELL'UFFICIO CELEBRAZIONI LITURGICHE DEL VATICANO

NOTA DELL'AGENZIA SIR

MESSAGGIO PER LA PACE (SIR)

"QUASI UNA SVEGLIA PER UNA CHIESA UN PO' STANCA"

IL SIGNIFICATO DEL DIGIUNO

Agenzia SIR
11 dicembre 2001 - 10:39

NOTA SETTIMANALE SIR per la giornata del digiuno e della pace

"Nubi oscure si addensano all'orizzonte del mondo… E' a rischio la pace nel mondo". La voce di Giovanni Paolo II a proposito della vicenda internazionale ha ancora una volta l'accento della preghiera. 
"L'umanità, che ha salutato con speranza l'aurora del terzo millennio, sente ora incombere su di sé la minaccia di nuovi, sconvolgenti conflitti". Sono accenti preoccupati, quelli del Papa, ma la preghiera che ha recitato incoronando di fiori per la ventiquattresima volta la statua dell'Immacolata a Piazza di Spagna, si conclude con una fiduciosa invocazione a Maria. Pur denunciando senza reticenze la guerra, e quelle forze che la fomentano, pur guardando con realismo l'abisso, il Papa non si dà per vinto
Ecco allora, mentre ancora una volta le cancellerie internazionali non sembrano in grado di fare prevalere le ragioni dell'umanità sulle passioni dei contendenti, l'iniziativa della solenne convocazione, in Vaticano, di un grande incontro sul "Futuro dei cristiani in Terra Santa". Partecipano, accanto ai responsabili della Curia romana, i responsabili delle comunità cattoliche di diverso rito presenti a Gerusalemme, i nunzi in Israele, Iraq e Giordania, e i rappresentanti di alcune Conferenze Episcopali: quella degli Usa, del Canada, e i presidenti del Ccee e del Celam, i Consigli degli episcopati europeo e latino-americano, e il vicepresidente del Comece, la Commissione degli Episcopati dell'Unione Europea. 
E' un'iniziativa pastorale, ma è anche un atto esemplare, per testimoniare che il grande baratro della guerra in Terrasanta, che tra l'altro colpisce ormai sempre più duramente la comunità cristiana, può essere colmato, testimoniando le ragioni della giustizia e della riconciliazione, alla luce della fede. E' la grande, la nuova scommessa planetaria di questo nuovo tempo del pontificato di Giovanni Paolo II, oltre le porte del Giubileo. E' questo il senso anche delle iniziative imminenti: la giornata di digiuno, la giornata mondiale della pace, l'incontro interreligioso di Assisi. C'è il dinamismo del Giubileo, al di là di ogni possibile fraintendimento. Il Papa testimonia come il cristianesimo debba mantenere, anzi rilanciare il proprio dinamismo missionario e nello stesso tempo come esso intenda svilupparsi per le vie dell'amore e della libertà, nel rispetto della centralità della persona umana e della distinzione tra religione e politica, nell'affermazione e nella rivendicazione anzi della libertà religiosa. E' la grande lezione di Giovanni Paolo II. Fedele e rafforzata nella sua identità, la Chiesa si fa testimone di carità, di pace, di speranza. "Prendere il largo" certo è pericoloso, ma è il cammino di questi anni.

 

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