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L'Eco di San Giuseppe  Mensile religioso e di cultura - Maggio 2001- SOMMARIO 

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VITA DELLA CHIESA di P. Antonio Rungi

Viaggio del Papa sulle orme di San Paolo
Storico viaggio di Giovanni Paolo II in Grecia, Siria e Malta, come pellegrino sulle orme dell’Apostolo delle Genti.
Alla vigilia era segnalato come il viaggio "più difficile" del suo ultraventennale pontificato. Alla fine, invece, si è rivelato uno degli appuntamenti con la storia, che ha dato positivi risultati non solo per il dialogo ecumenico, ma anche per i più ampi rapporti della Sede Apostolica con le Chiese d’Oriente e con la religione islamica. Parliamo del viaggio del Santo Padre, Giovanni Paolo II, dal 4 al 9 maggio 2001 in Grecia, Siria e Malta. Un viaggio che è stato caratterizzato come un pellegrinaggio giubilare sulle orme dell’Apostolo Paolo. Sì, perché il Papa ha voluto espressamente vivere l’esperienza dell’Apostolo delle Genti nel suo lungo peregrinare da un luogo all’altro e da un mare all’altro per portare l’annuncio del Vangelo, fissando la sua attenzione su tre importanti "luoghi paolini", quali furono e sono Atene, Damasco e Malta.
Intensissimo il programma del viaggio nell’Asia Minore e nell’Isola di Malta, iniziato venerdì 4 maggio, alle ore 8,30, con partenza del Papa dall’Aeroporto di Fiumicino alla volta di Atene, dove Giovanni Paolo II giungeva alle 11,30, per poi svolgere, nella mattinata, la parte "politica" della visita. Nel primo pomeriggio, l’atteso incontro con Christodoulos, arcivescovo di Atene e Primate della Grecia nell’arcivescovado ortodosso della capitale greca. Nel tardo pomeriggio, il pellegrinaggio all’Areopago di Atene in memoria di Paolo Apostolo per un momento di riflessione e per sottoscrivere la dichiarazione comune con il Primate di Atene e della Grecia su temi religiosi.
Sabato, 5 maggio, il momento più significato della visita papale ad Atene è stato la celebrazione della S. Messa nel Palazzo dello Sport, situato nel complesso del Centro olimpico. Ampia la partecipazione alla celebrazione dei cattolici residenti nella capitale greca ed evidente l’entusiasmo con il quale il Papa, Vicario di Cristo in Terra e Successore di Pietro, è stato accolto dalla locale comunità ecclesiale e civile. Tranne qualche piccolo dissenso espresso dagli ortodossi estremisti, intolleranti ed intransigenti, il Santo Padre ha avuto una sentita ed autentica accoglienza da parte di tutti, Ne è il frutto più immediato il documento congiunto firmato dal Papa e dal Primate ortodosso di Grecia su tematiche religiose e di collaborazione tra le due chiese.
Il successivo momento della visita in Asia Minore è stato l’arrivo in Siria, dove Giovanni Paolo II giungeva nel primo pomeriggio di sabato 5 maggio. Ad accogliere il Santo Padre all’aeroporto di Damasco sono state le massime autorità della Siria. In serata il Papa ha raggiunto la Cattedrale greco-ortodossa della Dormizione della Vergine Maria per un incontro ecumenico.
La giornata di Domenica, 6 maggio, è stata interamente dedicata alla città di Damasco. Numerosi gli appuntamenti del Papa con i fedeli del luogo e con le autorità religiose della città. Alle ore 9,30, il Santo Padre ha celebrato la Messa nello stadio Abbassyne di Damasco e a mezzogiorno ha recitato il Regina coeli. Nel primo pomeriggio, nella sede del patriarcato greco-cattolico di Damasco, si è svolto l’atteso incontro con i patriarchi e i vescovi della Siria.
Poi, nella cattedrale siro-ortodossa il Papa ha incontrato il clero, i religiosi, le religiose e i laici impegnati delle due comunità ecclesiali, cattolica ed ortodossa. Certamente, la notizia che più ha fatto scalpore e che ha interessato i media di tutto il mondo è stata quella della visita del Papa alla Grande Moschea degli Omayyadi a Damasco. Era, infatti, la prima volta che un Papa varcava la soglia di una Moschea. Un evento davvero unico ed eccezionale, giustamente messo in risalto, in quel clima di tolleranza, rispetto e collaborazione tra tutte le fedi e le confessioni che proprio Giovanni Paolo II ha voluto potenziare nel corso di questo suo lungo ministero apostolico. In serata, infine, la visita al Memoriale di San Giovanni Battista e l’incontro con i leaders musulmani. Un incontro questo che si è rivelato proficuo e significativo per entrambi le parti.
La mattinata di lunedì 7 maggio, Giovanni Paolo II l’ha trascorsa in visita ai "luoghi paolini" della città di Damasco e ad altri luoghi di culto: Chiesa di S.Paolo sulle Mura nella porta Bab Kissan delle vecchie mura di Damasco, al Memoriale di San Paolo in Damasco. Successivamente, il Papa ha raggiunto Quneitra per un incontro di preghiera nella Chiesa greco-ortodossa di questa località, situata sulle alture del Golan. Qui, Giovanni Paolo II ha recitato una sentita ed accorata preghiera per la pace non solo nel Medio Oriente, ma in tutto il mondo. Nel pomeriggio, una nuova visita alla cattedrale greco-ortodossa della Dormizione della Madonna per l’incontro con i giovani della comunità locale.
Ultimo approdo del suo pellegrinaggio sulle orme di un "gigante della storia", quale fu Paolo di Tarso, per Giovanni Paolo II è stata l’isola di Malta. Qui, il Papa giungeva, in aereo, proveniente da Damasco, martedì 8 maggio, alle ore 14.00, accolto festosamente dalle autorità politiche e civili, nonché della vasta comunità cristiana del luogo. Il momento più significativo di questa visita "isolana" è stato, mercoledì 9 maggio, alle ore 9,30, la Beatificazione a Floriana, nel piazzale dei Granai, di tre autentici testimoni di vita cristiana: Giorgio Preca (pionere nel campo della catechesi e nella promozione del ruolo dei laici), Ignazio Falzon ("profeta" dello spirito ecumenico di rispetto e dialogo), Maria Adeodata Pisani (religiosa umile, di origine napoletana, dedita alla preghiera e alla contemplazione).
La giornata "maltese" di Giovanni Paolo II si è conclusa con la visita alla tomba del beato George Preca nella Chiesa della Madonna della Medaglia Miracolosa di Hamrun e con l’incontro con i membri della "Societas Doctrinae Cristianae" nell’Auditorium del Centro di tale istituzione a Hamrun.
Erano le 19.00 di mercoledì 9 maggio, quando l’aereo papale si è levato in volo da Malta per rientrare in Italia. Ad accoglierlo, alle ore 20,15, all’aeroporto di Ciampino in Roma, dopo un intenso e stancante viaggio, carico di speranze per l’immediato futuro delle diverse comunità ecclesiali, è stato lo stesso presidente della Repubblica Italiana, Carlo Azeglio Campi.
Tra saluti, discorsi, omelie e preghiere, il Papa, in questo viaggio storico ha letto circa 20 testi, tutti di ampia portata religiosa, spirituale ed ecumenica.
La sintesi di questo straordinario pellegrinaggio sulle orme dell’Apostolo Paolo è stata fatta dallo stesso Sommo Pontefice, Giovanni Paolo II, durante la preghiera del Regina coeli di Domenica 13 maggio, recitata dalla finestra del palazzo apostolico in Vaticano, davanti ai numerosi fedeli accorsi per vederlo, per ascoltare la sua voce e ricevere la sua benedizione.
"Carissimi fratelli e sorelle, - ha detto il Papa- insieme con voi desidero oggi rendere grazie a Dio e alla Vergine Santa per il Pellegrinaggio sulle orme di San Paolo che ho avuto la gioia di compiere nei giorni scorsi. Atene, Damasco, Malta: nel mio animo porto impressi quei luoghi, che la missione dell'Apostolo delle Genti ha legato indissolubilmente alla storia del Cristianesimo. E’ stato un indimenticabile itinerario, assai significativo sotto il profilo ecumenico e inter-religioso".
Non poteva essere diversamente, per la carica umana e spirituale che Giovanni Paolo II sa trasmettere a tutti in ogni suo viaggio, soprattutto presentando al mondo il volto più naturale del sapere soffrire e gioire in nome e per amore di Cristo.

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