Assemblea Generale della Famiglia laicale Passionista della Provincia MAPRAES

INTRODUZIONE DI P. LEONE MASNATA

 

            Inauguriamo questa mattina l’Assemblea della Provincia MAPRAES del Laicato passionista,

che vede, per la prima volta, laici e religiosi riunirsi qui nella casa di Mascalucia-Catania dove circa trent’anni fa si tenne la prima riunione dei Laici passionisti italiani che allora erano divisi in sei diverse Province religiose.

            Aprendo l’incontro con cose magari già dette altre volte, ma soprattutto per augurare che quest’Assemblea sia solo una prima tappa di un processo o un cammino di comune crescita del laicato passionista, ricca realtà che già esiste nelle varie nostre Regioni religiose, processo che spero sarà seguito da risultati concreti, soprattutto sul lato spirituale, apostolico e organizzativo, e anche più comunionale di quanto si sia realizzato precedentemente.  

 

            Il Padre Provinciale, nell’avviare la preparazione di quest’Assemblea, aveva ricordato l’impegno del Capitolo Provinciale nei confronti dei Laici passionisti: “Nel recente Capitolo Provinciale è stata approvata la raccomandazione: “In tempi brevi si convochi l'incontro dei delegati del laicato passionista per la loro conoscenza e per preparare un’Assemblea Generale provinciale dei laici” (cfr. Atti del I Capitolo). Tenendo fede a tale direttiva, il Consiglio provinciale ha ora iniziato il cammino per la sua realizzazione”[1].

 

            Come ogni Congregazione religiosa, anche la nostra Provincia religiosa è pervenuta alla convinzione che il proprio carisma può essere condiviso con i Laici, perciò li invita a partecipare in modo più intenso alla propria spiritualità e missione. Certamente bisogna superare ancora timori e diffidenze di singoli religiosi, ma ufficialmente oggi la Provincia ritiene che la comunione con i Gruppi laicali sia un investimento positivo per il futuro, perché genera un nuovo e maggiore approfondimento del carisma dell’Istituto, ottiene indicazioni per nuovi dinamismi apostolici, e nuova collaborazione pastorale, ecc[2]. Il rapporto tra una Congregazione religiosa e i Laici si esprime ormai seguendo la grammatica della collaborazione, attraverso un linguaggio nuovo di reciproco ascolto e di più concreta e cordiale comunione [3], per cui sono da cancellare i pregiudizi qualora siano ancora presenti tra Religiosi e Laici.

 

            La nuova e unica Provincia religiosa, nel darsi una propria struttura giuridica, non ha tralasciato di includervi anche la realtà laicale passionista attuale, stabilendo che essa dovrà essere approvata dall’Autorità religiosa: “Spetta all’Autorità provinciale promuovere e riconoscere i laici passionisti che chiedono, sia singolarmente che in gruppo, di essere associati alla nostra Famiglia religiosa, approvarne gli Statuti e nominarne gli assistenti spirituali ai vari livelli, secondo quanto previsto dai medesimi Statuti” (Regolamenti Provinciali MAPRAES, n. 19b).

 

            L’Assemblea diventa allora un incontro non solo programmatico, ma in un certo senso generativo di una nuova realtà laicale che, precedentemente divisa in otto Province, attualmente è Laicato di una sola Provincia, che non vogliamo rimanga tale solo a livello strutturale, ma sia vera comunione dei Gruppi laicali a livello di vita, di fraterna e cordiale amicizia, di collaborazione nel cercare e dare risposte comuni alle necessità del mondo e della Chiesa d’oggi.

 

            L’Assemblea deriva, infatti, da un sogno precedente che non si è mai pienamente avverato, nemmeno nel primo Capitolo provinciale MAPRAES, quella della comunione “possibile e desiderata e condivisa” dei vari Gruppi tra loro (questo non solo tra i gruppi delle sei Province italiane, ma in genere anche tra Gruppi all’interno delle stesse singole otto Province). In fondo non si sono mai tirate le conclusioni su cosa significasse essere Gruppo laicale passionista, perdendo così la ricchezza di mettere in comune ricchezze che invece in comune lo sono perché patrimonio del medesimo carisma.

 

            In una prima fase di avvicinamento all’Assemblea, l’Equipe di preparazione ha monitorato la realtà esistente arrivando forse, per la prima volta, ad avere il quadro abbastanza dettagliato della realtà: numero dei gruppi, identità specifiche di ognuno, numero dei partecipanti, ecc. L’Equipe laici e religiosi che ha preparato l’assemblea, che ringrazio per la collaborazione, era composta da: Cogliandro Monica (CORM), Olga Ferreira Rodrigues (FAT), Ancona Sara (CFXI), Calvarese Pio (PIET), Rampino Pinuccia (LAT), Ulivi Lucia (PRAES), Vincenzo Franco (DOL), Pierre Lachêne, P. Giuseppe Adobati, P. José Joaquin Queiròs de Sa, P. Antonio Brambilla, P. Luciano Temperilli e P. Leone Masnata.

 

            Nella prima parte dell’Assemblea ci conosceremo meglio, ascoltandoci direttamente, convincendoci, attraverso l’entusiasmo che ci possiamo trasmettere in questi giorni, quanto sia prezioso il carisma della Passione del Signore, quanto siano forti e ricche le motivazioni che da essa scaturiscono a sostegno della nostra vita e testimonianza nel mondo.

 

            Il mio desiderio è che questo incontro non sia tanto un momento d’orgoglio di “contarci”, che è sempre un dettaglio diabolico, o semplicemente di organizzarci strutturalmente, ma di “contare” di più nella Chiesa e nel mondo crescendo nella consapevolezza della grandezza e utilità della spiritualità della Croce, nell’esperienza del carisma Paolo della Croce nella propria vita personale, familiare e di Gruppo, nella nostra testimonianza dell’amore del Crocifisso nella società, soprattutto verso i crocifissi di oggi.

 

            Personalmente desidero che il nostro incontro, eccezionale per i suoi aspetti di novità e di internazionalità, non si accentri solo sulla preoccupazione di cercare e avviare una forma istituzionale di maggiore comunione tra i Gruppi, anche se questo potrebbe apparire la ragione principale del raduno, ma capire o riconfermare il senso, il valore le conseguenze dell’essere cristiani laici, come maturazione del proprio battesimo (questa è la base di ogni discorso sul laicato cristiano), e come qualificazione passionista del nostro Laicato che trova la propria ragione nella Centralità della Memoria della Passione del Signore, secondo il carisma del Fondatore dei Passionisti.

 

             Anche per attuare la loro unità e collaborazione, i Gruppi devono radicarsi con più convinzione nell'esperienza spirituale e apostolica di Paolo della Croce, nella Memoria (meditazione) e nella forza vittoriosa della Passione e della Risurrezione di Gesù Cristo. Chi appartiene al Laicato passionista sa che prima di tutto deve mettere i propri problemi a confronto con la Passione di Gesù per essere liberato e reso capace di continuare tale Passione come missionario nella propria casa, nella propria parrocchia, con i sofferenti che lo attorniano. Deve, perciò, conoscere e meditare Dio attraverso la Passione del Figlio per superare tutte le sfiducie e le paure, gli ingenui ottimismi umani, il crollo delle ideologie, gli individualismi, e accettare senza paura la Kenosi, intesa come "abbassamento" per amore, come via stabile per donarsi alla Chiesa per fare spazio agli altri, a favore del regno di Dio, per comunicare e testimoniare a tutti la bella notizia dell'amore di Dio, per porre le basi di una società fondata sull'amore…

 

            Si tratta di riconoscere che la spiritualità della Grata Memoria della Passione, secondo il carisma di San Paolo della Croce e della Congregazione passionista, è la ragione dei membri del Gruppo per la loro identificazione. “Il “criterio di discernimento”, scriveva il Padre Provinciale in una sua lettera, per definire se un Gruppo sia, per spiritualità e formazione, realmente passionista, tradizionalmente è, in genere, quello di verificare se al centro del Gruppo la “Memoria Passionis”, secondo il carisma di S. Paolo della Croce e la tradizione vissuta dalla nostra Congregazione, sta come motivazione e contenuto della propria maturazione cristiana nella vita secolare”[4].

 

            Auguro che riusciremo a condividere gli elementi essenziali del carisma del Laicato passionista (approvazione dei “Fondamenti” dei nostri valori passionisti) e che insieme troveremo le proposte necessarie per poterli esprimere in un’essenziale comunione che tutti i Gruppi, desiderata per altro da tutti, approvando un “Testo di comunione” .

 

            I vari Gruppi, sorti, grazie al Signore, in tutte le nostre precedenti Province religiose, diventino una vera “Famiglia laicale passionista”. Per la comunione e collaborazione dei Gruppi è importante e decisiva l’azione di comunione dei loro Assistenti religiosi passionisti: se i Laici non vedono i loro Assistenti esprimersi e agire come membri di un'unica famiglia unita, entusiasti e permeati del carisma della propria Congregazione, non capiranno nemmeno che esso sia unico e uguale per tutti i suoi religiosi e capace di creare la comunione tra loro.

 

            La definizione “Famiglia dei Laici passionisti”, o “Famiglia laicale passionista”, può riunire sotto di sé tutti Gruppi laicali passionisti, pur essendo essi distinti per storia e cultura, ecc. Ripetendo un pensiero già espresso tempo fa, come in ogni vera famiglia i figli, pur avendo caratteri e personalità distinte, cammini e responsabilità personali, tuttavia conservano una comunione originale di fondo, indistruttibile, per cui si convocano e s’incontrano ogni tanto, nei momenti belli come in quelli tristi, così pure i diversi Gruppi hanno un proprio volto e una propria storia, ma sono una solo famiglia e in certe circostanze esprimono anche in concreto l’appartenenza alla stessa origine spirituale.

 

            Concludendo, ricordo che il lavoro di questi giorni è un impegno ecclesiale, ossia una risposta al Concilio Vaticano II e al Magistero della Chiesa che chiedono che il rinnovamento delle Congregazioni religiose favorisca in tutte lo scambio di doni tra Religiosi e Laici, seguendo piattaforme stabili di collaborazione, attraverso un nuovo linguaggio di reciproco ascolto e a favore di più concreta e cordiale comunione reciproca [5], anche rileggendo il positivo che già esiste e cancellando i pregiudizi che sono ancora presenti tra religiosi e laici. La Provincia religiosa deve perciò essere lo spazio per questo incontro e collaborazione.

 

            L’invito della Chiesa a comunicare i carismi della vita consacrata anche ai laici continua anche in questi giorni con Papa Francesco: “In particolare, vorrei incoraggiarvi a continuare attivamente il vostro lavoro di formazione dei catechisti, degli animatori laici e del clero. Uno dei pericoli più gravi, più forti nella Chiesa oggi è il clericalismo. Lavorate con i laici, che siano loro a portare avanti, che abbiano il coraggio di andare avanti, e voi sosteneteli e aiutateli come sacerdoti, come religiosi. È questo un servizio molto prezioso alle Chiese locali, in comunione con i Pastori e in unione con tutta la Chiesa e la sua tradizione vivente”[6].

 

 

[1] P. Luigi Vaninetti, Lettera di Indizione, Prot. 2016.0029, 21 gennaio 2016

[2] Cfr. VC 54

[3] Cfr. Giovanni Paolo II, Vita Consecrata, 54-56.

[4] P. Luigi Vaninetti, Lettera di Indizione, Prot. 2016.0029, 21 gennaio 2016

[5] Cfr. Giovanni Paolo II, Vita Consecrata, 54-56.

[6] Papa Francesco, al 138mo Capitolo Generale dei Somaschi, 30 marzo 2017