Si trova su una ridente collina alle spalle della città ed ha origini storiche che affondano le loro radici nello scorcio del primo millennio cristiano. Vi è annessa una chiesa dedicata a San Gabriele Arcangelo, insigne benefattore della popolazione, che da lui, con intervento prodigioso, fu liberata dai saraceni nel 960 e poi da una terribile peste nel 1106. I religiosi che abitarono e santificarono il monastero furono prima i Cluniacensi (1033 – 1201), di cui si ricorda il Beato Agàno; poi gli Abati Commendatari, quindi gli Olivetani (1545 – 1788), che sulle rovine del primo conventino e la piccola chiesa (ci sono dei resti nei sotterranei) costruirono la chiesa e il complesso Monastico attuale.
Dopo la soppressione napoleonica il possesso passò al demanio che, dopo una cinquantina di anni, concesse il fabbricato ai Benedettini di Montevergine (1842), che vi rimasero fino alla nuova soppressione voluta dallo spirito anticlericale del neo-regno d'Italia (1866). Nel 1882, dopo una missione predicata in città, il Monastero fu acquistato dai Passionisti, con l’aiuto di generosi benefattori, tra i quali il superiore generale Beato Bernardo Silvestrelli.
Da oltre 100 anni i Passionisti vi esercitano il loro ministero apostolico, diramando, come ad un “faro nella Valle Caudina”, la luce della civiltà evangelica sulla città e sui paesi vicini, vero centro di spiritualità e punto di riferimento per la vita religiosa e cristiana di Airola, oasi di pace e di serenità che invita alla riflessione e alla meditazione.