"Non ci potrà mai essere pace nel mondo se non si converte il cuore dell’uomo", è questo in sintesi il messaggio che padre Antonio Rungi, teologo moralista della Campania e Superiore provinciale dei Passionisti di Napoli rivolge ai religiosi e ai laici.

"Spesso nel cuore di quanti contano nel mondo regna l’odio e il risentimento, si fa spazio la cattiveria e l’arroganza, entra prepotentemente la forza distruttrice del male, che trova la sua sorgente prima nel dio denaro e nell’azione corrosiva di sentirsi superiore agli altri. La retta scienza e sapienza –scrive il teologo Rungi- impone la ricerca paziente e doverosa di ciò che lega il genere umano e mai ciò che lo differenzia tra un popolo e l’altro. 
Alla base della dignità di ogni uomo c’è il fatto che è uomo e non perché è americano, italiano o iracheno. Ripartire da questo principio inviolabile della dignità e del rispetto che si deve ad ogni persona umana significa avviare un vero processo di pace, che non può limitarsi all’attuale momento di crisi e di emergenza, ma che investe un progetto unitario a livello internazionale, nel quale l’Onu deve farsi carico del suo ruolo specifico. 
Tuttavia –conclude padre Rungi- non possiamo chiudere gli occhi davanti alla realtà: nel mondo esistono persone e popoli potenti e prepotenti e persone e popoli deboli e fragili. Gli uni senza gli altri non possono costruire un cammino di pace unitario se non si accordano su un dato di fatto incontrovertibile: ogni uomo è vero fratello dell’altro e in nessun caso lo si può far passare come nemico da abbattere e distruggere a tutti i costi. Nessuna guerra ideologica, culturale, religiosa trova motivo in persone che ragionano senza benda agli occhi".

E chiude con un appello coraggioso, padre Rungi: "Fratelli, non fate mai più la guerra, ma armatevi di carità e di misericordia gli uni verso gli altri. Capirsi è il primo passo verso una pace durevole per tutti".