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 Lettera di Convocazione del 45° Capitolo Generale
 




Cari fratelli,

immersi ancora nel mistero del Natale nel quale contempliamo Dio nel “segno” di un bambino (Lc 2, 12), saluto con fraterno affetto tutti i religiosi della Congregazione, le religiose e i laici della famiglia passionista ed auguro per l’anno che inizia, vita nuova, coraggio e carità operosa.



Il 2006 sarà anche l’anno del Capitolo e pertanto a norma del n. 76 dei Regolamenti generali convoco il XLV Capitolo generale della nostra Congregazione. Esso si celebrerà a Roma, nel Ritiro dei Santi Giovanni e Paolo, vicino alle spoglie del nostro Fondatore S. Paolo della Croce; inizierà domenica 1 ottobre e terminerà sabato 21 ottobre.



Le Costituzioni ci ricordano che il Capitolo generale è “la suprema autorità della Congregazione…” (#126); “Il capitolo generale si raduna per compiere funzioni legislative ed elettive e per promuovere la fedeltà della Congregazione sia al suo progetto comunitario sia al servizio della Chiesa. Sono pertanto suoi compiti primari:



a) discernere le manifestazioni dello Spirito nei segni dei tempi per essere forte dinamismo nel costante rinnovamento e aggiornamento;

b) promuovere l’autentica indole della Congregazione, perché risulti evidente dovunque siano i nostri religiosi;

c) verificare lo stato della Congregazione e chiarire gli obiettivi comuni riguardanti la nostra vita comunitaria e la nostra attività apostolica;

d) promuovere la solidarietà e mantenere l’unità, senza per questo esigere l’uniformità;

e) valutare l’operato del governo generale, l’attuazione dei programmi del precedente capitolo generale e del sinodo generale senza però esercitare il potere amministrativo, che dipende dal superiore generale e suoi collaboratori;

f) eleggere il superiore generale e il suo consiglio.” (#127)



In armonia con questi compiti il Capitolo avrà come tema centrale e fondamentale la Ristrutturazione della Congregazione decisa dal Sinodo generale di fine novembre 2004 e del quale abbiamo già iniziato il processo animando i religiosi ad esserne parte in modo più largo possibile.



Giorno di indizione del Capitolo è oggi, 1 gennaio 2006, festa di Maria, Madre di Dio e giornata mondiale per la Pace. Due eventi che richiamano fortemente la vita: la maternità di Maria che concepisce e genera Gesù nella carne, Figlio di Dio e figlio suo, ed una delle Beatitudini proclamate alle folle da Gesù sulla montagna: “Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio” (Mt 5,9).



“Passione di Gesù, passione per la vita” è stato il tema del Capitolo generale passato celebrato a Itaicì in Brasile nell’anno 2000. Esso ha dato alla Congregazione e alla Famiglia passionista un Documento con lo stesso titolo “Passione di Gesù, passione per la vita” che è stato ispiratore della vita della Congregazione in questi ultimi sei anni : e’ la follia della Passione di Gesù che culmina nella morte , ma che genera la vita e la vittoria sulla stessa morte e sui peccati per la misericordiosa paternità di Dio.



“Nulla è impossibile a Dio”, dirà l’angelo Gabriele a Maria nel brano del vangelo dell’annunciazione (Lc 1, 26-38). Per molti anni ho letto questo brano di Vangelo e ho sempre circoscritto il dialogo tra l’angelo e Maria nell’ambito del mistero dell’incarnazione e come se fosse unicamente riferito ad essa. “Concepirai un figlio, lo chiamerai Gesù… sarà chiamato Figlio di Dio… il Signore Dio gli darà il trono di Davide e regnerà per sempre e il suo regno non avrà mai fine”. E Maria: “Come è possibile?”. E l’angelo: “Nulla è impossibile a Dio”. Una storia delicata e sublime, con l’umiltà di Maria e la presenza di grazia di Dio, una storia quasi finalizzata al Natale; ma credo che si debba andare oltre, più in profondità, perché gli elementi della passione ci sono già tutti. Maria accetta che si compia in lei la parola di Dio, è disponibile a diventare “realizzazione” di Dio.



“Si compia in me la tua parola”. Assume il progetto di Dio nella sua vita, lo asseconda, collabora. L’angelo inviato, manifesta i disegni di Dio per lei, comunica, illumina, fa conoscere. Oggi lo Spirito Santo ci parla nel silenzio, ma è necessario saperlo udire e comprendere nei segni dei tempi, nel Magistero; ci possono essere perplessità e timori, ma la volontà di Dio va saputa accogliere. Con il Sì di Maria inizia l’incarnazione, è lei che permette a Dio di operare ed accoglierà e realizzerà la sua missione di Madre di Dio che in questi giorni contempliamo Bambino ma che sarà anche il Crocifisso-Risorto.



L’Angelo le annunzia che il figlio che concepirà sarà chiamato “Figlio di Dio”, gli angeli lo canteranno a Betlemme per la sua nascita, ma il titolo “Figlio di Dio” lo farà condannare a morte, infatti i Giudei grideranno a Pilato: “deve morire perché si è fatto Figlio di Dio”.



“Regnerà sul trono di Davide” – annunzia l’angelo a Maria. “Dunque, tu sei Re?” - gli domanderà Pilato. “Si lo sono, ma il mio regno non è di questo mondo…” “Crocifiggilo!” - griderà la folla. I soldati lo scherniscono: “Salve re dei giudei” e gli danno schiaffi. E la folla: “Chi si fa re si mette contro Cesare e se lo liberi non sei amico di Cesare!”: è il potere umano usato per opporsi a Dio. “Via, via crocifiggilo!” proseguiranno ancora. E Pilato: “Metterò in croce il vostro re?”. Ma la battaglia è perduta, l’odio è più forte della giustizia; lontani sono i ciechi che per opera sua hanno riacquistato la vista, i lebbrosi guariti, il giovane figlio della vedova di Nain risuscitato, la donna che grida “beato il seno che ti ha allattato” e tanti altri; sì, sono lontani e assenti: “lo consegnò loro perché fosse crocifisso”. Il Figlio di Davide, il cui regno non avrà fine, il Figlio di Dio altissimo, l’Emmanuele, sarà sulla croce nudo, offeso e umiliato.



È vero “nulla è impossibile a Dio”, nulla è impossibile ad un amore così grande: essere vita e accettare la morte, morire per donarci la vita. È in quest’ottica di fede che dobbiamo prepararci a vivere l’evento del Capitolo generale ed in esso il Processo della Ristrutturazione della Congregazione che ne è il tema centrale.



Parleremo tra noi cercando di comprendere le vie di Dio e converseremo con il Signore; ci accadrà di partire da Gerusalemme, forse sconsolati e tristi come i discepoli di Emmaus, ma il Signore ci parlerà, ci arderà il cuore lungo il cammino e ci aprirà gli occhi per farsi riconoscere.



Sarà nostro compito discernere “il disegno e la volontà divina”, oggi, e riflettere sulla nostra vita all’interno dell’attuale mondo globalizzato e sul senso e l’efficacia della nostra missione in esso. Siamo ormai consapevoli che la sfida della Ristrutturazione interpella la nostra consacrazione alla Passione di Gesù fin nelle sue radici. Non possiamo chiudere mente e cuore pensando di preservarci. È necessario andare oltre con coraggio per essere lievito in un mondo cambiato.



L’efficacia della nostra missione è la nostra stessa vita. Noi viviamo se realizziamo la nostra Missione, così come il lievito è vivo soltanto nel suo fermentare la pasta. Se il lievito decide di preservarsi, decide la morte dei suoi germi vitali. È una scelta di vita! È accogliere il Signore che viene a visitarci!



Ci può illuminare l’episodio della visita del Signore ad Abramo “alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all’ingresso della tenda nell’ora più calda del giorno.” (Gen 18, 1). Abramo si dedicò all’ospitalità del Signore: “se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passar oltre senza fermarti dal tuo servo”; coinvolse nel servizio Sara e i servi. “Così, mentr’egli stava in piedi presso di lui sotto l’albero il Signore chiese: «Dov’è Sara, tua moglie?». Rispose: «È là nella tenda». Il Signore riprese: «Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio». Intanto Sara stava ad ascoltare all’ingresso della tenda ed era dietro di lui. Abramo e Sara erano vecchi, avanti negli anni... Allora Sara rise dentro di sé… Ma il Signore disse ad Abramo: «Perché Sara ha riso dicendo: Potrò davvero partorire, mentre sono vecchia? C’è forse qualche cosa impossibile per il Signore? Al tempo fissato tornerò da te alla stessa data e Sara avrà un figlio». Allora Sara negò: «Non ho riso!», perché aveva paura; ma quegli disse: «Sì, hai proprio riso».” (Gen 18, 9-15).



Come Sara dobbiamo vincere le resistenze e le paure del nostro stesso cuore ed avere fiducia: “C’è forse qualche cosa impossibile per il Signore?”, dice Dio ad Abramo e l’Angelo Gabriele nell’annunciazione a Maria: “Nulla è impossibile a Dio”. E da Abramo e Sara “avanti negli anni e già vecchi” nacque Isacco dal quale nascerà come discendenza la moltitudine di popoli promessa ad Abramo; e da Maria: “come è possibile? non conosco uomo”, nacque Gesù, il Salvatore.



Così vanno le cose di Dio. E misteriose sono le sue vie e i suoi progetti. Ma lui, come dice Gesù: “è la Via, la Verità e la Vita”. Nostro compito è comprenderlo, accoglierlo e farlo diventare progetto di vita per noi personalmente e per la Congregazione specialmente in una occasione così importante quale è il Capitolo generale: “Signore se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo”.



Nessuno può sentirsi esente dal partecipare, tutti ne siamo parte per il comune carisma della Passione di Gesù donato dallo Spirito Santo a San Paolo della Croce e trasmesso a noi con la vocazione.



Ne sono parte i giovani in formazione iniziale che persevereranno, i postulanti, i novizi, gli studenti: molte nostre idee e progetti cammineranno con le loro gambe ed energie. Loro svilupperanno e porteranno a termine le attuali iniziative, alcune delle quali sono in germe, e raggiungeranno obiettivi e realizzazioni programmate oggi. È la vita che passa di mano in mano, di religioso in religioso, per il compimento del disegno globale di Dio e per il suo Regno.



Può accadere che i religiosi molto avanti negli anni abbiano la tentazione di sentirsi fuori dalla dinamica e speranze del Capitolo e dal Processo della Ristrutturazione come se la sera o il tramonto non fossero ancora parte del giorno. Ci sono sere e tramonti bellissimi, ricchi di colori, di tenerezza e suggestioni: così saranno i religiosi molto anziani e gli ammalati, che pongono su un piano di fede e di preghiera le loro difficoltà e limitazioni. E non si sentiranno più esclusi. Infatti la sera è ancora parte del giorno e come dice un poeta, “la sera non è il giorno che muore, ma la notte che è bambina”. E può riservare sorprese di vita come per Abramo e Sara. Ci può rafforzare l’esempio di Dio che si presenta a Natale nella fragilità di un Bambino. È affidato pienamente alle cure di Maria e di Giuseppe, Lui, l’Onnipotente. Assume la debolezza per amore e la debolezza donerà vita in abbondanza.



Sono convinto che coloro che sono molto anziani e gli ammalati della Congregazione e della Famiglia passionista hanno un compito specifico per il Capitolo generale e per il Processo della Ristrutturazione: collaborare con l’esperienza per quanto possono, ma specialmente elevare a Dio la loro preghiera e accettare i sacrifici e le limitazioni dell’età avanzata, del dipendere e delle malattie.



Voglio ricordare al riguardo un brano significativo dell’Esodo: “Allora Amalek venne a combattere contro Israele a Refidim… Giosuè eseguì quanto gli aveva ordinato Mosè per combattere contro Amalek, mentre Mosè , Aronne, e Cur salirono sulla cima del colle. Quando Mosè alzava le mani, Israele era il più forte, ma quando le lasciava cadere, era più forte Amalek. Poiché Mosè sentiva pesare le mani dalla stanchezza, presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una parte e l’altro dall’altra, sostenevano le sue mani. Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole. Giosuè sconfisse Amalek e il suo popolo... Allora Mosè costruì un altare, lo chiamò "Il Signore è il mio vessillo" (Es 17, 8.10-13.15). Mosè salì sulla cima del colle e quando alzava le braccia in preghiera i soldati che combattevano nella valle ne traevano energia ed Israele era più forte e vinceva. Mosè combatteva con la preghiera, battaglia che possono sostenere anche i nostri religiosi molto avanti negli anni o ammalati.



Cresca in ciascuno di noi il senso di responsabilità verso la Congregazione e la Missione alla quale è stata chiamata da Dio nel mondo.

In preparazione al Capitolo generale si eleveranno specifiche preghiere in tutta la Congregazione iniziando 6 mesi prima, pertanto dal 1 aprile prossimo. Nel dialogo tra Consiglio generale e Commissione per la Ristrutturazione si è sentita la necessità di vivere questo tempo come un Ritiro spirituale prolungato per tutta la Congregazione.



Nell’allegato, che è parte integrante della presente, sono riportati come promemoria, alcuni numeri delle Costituzioni e dei Regolamenti generali che riguardano il Capitolo generale e la sua preparazione. Inoltre ci sono anche le norme per la partecipazione ad esso, approvate dall’ultimo Sinodo generale celebrato a Roma a fine novembre 2004. I delegati eletti secondo tali nuove norme devono essere comunicati alla Segreteria generale quanto prima e comunque non oltre il 15 giugno prossimo per poter inviare loro le documentazioni e informazioni necessarie.



Cari confratelli prepariamoci ed attendiamo con fiducia il Capitolo. Poniamo la Congregazione e la Famiglia passionista sotto la protezione di Maria e di Giuseppe, custodi a Nazareth della Sacra famiglia. “Niente è impossibile a Dio!”. E Lui, siamo certi, ci accompagnerà nel cammino di preparazione. San Paolo della Croce, nostro Padre, del quale il 3 gennaio ricorre il giorno di nascita, ci benedica.

Buon Anno e Buon Cammino!



Roma, 1 gennaio 2006, Festa della Madre di Dio

Ritiro dei Santi Giovanni e Paolo



P. Ottaviano D’Egidio, C.P.

Superiore Generale

 

Fonte:  www.passiochristi.org.

 

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