6-3-03. dal Quotidiano Avvenire
NEL CUORE DELLA STORIA. Da Wojtyla nuovo «no» alla guerra. «Evitiamo all’umanità un altro drammatico conflitto» - «Per la pace non è mai troppo tardi»

Preghiera, digiuno e «opere di giustizia» per costruire la fraternità fra i popoli: nel Mercoledì delle Ceneri Wojtyla rilancia l'appello.
Prima in udienza, poi al rito penitenziale in Santa Sabina

Da Roma Salvatore Mazza

Pace, pace, pace. tutti devono lavorare per essa. Senza scoraggiarsi e senza cedimenti, perché «non ci sarà pace sulla terra sino a quando perdureranno le oppressioni dei popoli, le ingiustizie sociali e gli squilibri economici tuttora esistenti». Lavorare per la pace anche quando tutto sembra perduto, perché «credo che quando si tratti di pace, non sia mai troppo tardi per dialogare».
Da San Pietro a Santa Sabina, in un mercoledì delle Ceneri che ha voluto dedicato alla preghiera e al digiuno per la pace, Giovanni Paolo II ha fatto udire una volta ancora la sua voce. Riandando alle radici del problema - quel "non c'è pace senza giustizia" tante volte proclamato - e spiegando le ragioni per cui ha chiesto «questa preghiera e questo digiuno»: «Siano questi - ha detto - gesti concreti del coinvolgimento da parte di coloro che credono nella missione di ricordare al mondo che per la pace non è mai troppo tardi».
«Mentre entriamo nel tempo della Quaresima - aveva sottolineato Giovanni Paolo II nel corso dell'udienza generale - non possiamo non tener conto dell'attuale contesto internazionale, nel quale si agitano minacciose tensioni di guerra. Occorre da parte di tutti una consapevole assunzione di responsabilità e uno sforzo comune per evitare all'umanità un altro drammatico conflitto». 
Per questo motivo, ha proseguito, «ho voluto che l'odierno Mercoledì delle Ceneri fosse una Giornata di preghiera e di digiuno per implorare la pace nel mondo. Dobbiamo chiedere a Dio anzitutto la conversione del cuore, nel quale si radica ogni forma di male e ogni spinta verso il peccato; dobbiamo pregare e digiunare per la pacifica convivenza fra i popoli e le nazioni... Possa questa Giornata di preghiera e di digiuno per la pace, con cui apriamo la Quaresima, tradursi in gesti concreti di riconciliazione. Dall'ambito familiare a quello internazionale, ciascuno si senta e si faccia corresponsabile della costruzione della pace».
L'obiettivo, ha poi osservato nel saluto rivolto ai pellegrini di lingua polacca, è di «costruire un ordine sociale improntato non ad un precario equilibrio di interessi in conflitto, ma ad un'equa e solidale ricerca del bene comune». Un concetto ripreso in serata, nell'omelia del rito delle ceneri tenutosi come ogni anno nella suggestiva cornice della basilica di Santa Sabina all'Aventino. 
Dove, dopo aver rinnovato l'appello citato all'inizio sul dovere di ricercare la giustizia in un mondo invece ancora dominato dall'ingiustizia, ha osservato come «con la preghiera ci rimettiamo totalmente nelle mani di Dio, e solo da Lui attendiamo l'autentica pace. Con il digiuno prepariamo il cuore a ricevere dal Signore la pace, dono per eccellenza e segno privilegiato della venuta del suo Regno».

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