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Padre Antonio Rungi
Superiore Provinciale
antonio.rungi@tin.it
 

 

 

 

 

Napoli. Le vacanze dei preti. Necessità di un progetto
di coordinamento regionale e nazionale.
Di padre Antonio Rungi


Comunicato stampa
Domenica
30 luglio 2006, ore 9
,00


Anche i preti vanno in vacanza. Una norma canonico al riguardo dispone anche per i sacerdoti, soprattutto se impegnati in parrocchia, un periodo di riposo. Periodo che normalmente coincide con il mese di agosto, quando i fedeli sono per lo più in villeggiatura. E da quando il fenomeno del turismo di massa si è sempre più ampliato, coinvolgendo praticamente l’intera popolazione e di conseguenza le intere comunità parrocchiali, molte chiese, soprattutto delle grandi città, chiudono per ferie. I sacerdoti, infatti, approfittano per ritagliarsi quel periodo di riposo in famiglia, per seguire il corso di esercizi spirituali, per cure termali, per turismo religioso, per cure elioterapiche, per altre attività al di fuori della routine. In pratica, anche per i sacerdoti si rende necessario interrompere, anche se brevemente, la normale attività per “distarsi” un po’ o meglio come ricorda il Vangelo per “riposarsi un po’”. Ad usufruire di questo periodo di riposo sono anche i religiosi che, in base alle normative dei rispettivi Ordini e Congregazioni, maschili e femminili, utilizzano soprattutto il mese di agosto per visite ai familiari e per le proprie ferie. Fanno eccezione le claustrali che oltre a non uscire normalmente dai monasteri, non lo fanno, a maggiore ragione, durante il periodo estive.
La vacanza dei sacerdoti e religiosi determina da anni quel fenomeno dell’assenza dei sacerdoti dalle parrocchie e dalla normale cura delle anime, di quelle poche, specie anziani, che restano in città e che hanno maggiore bisogno di assistenza proprio durante questo periodo. Parimenti si sviluppa quella pastorale del turismo nelle aree più o meno famose della nostra Penisola che obbliga Diocesi e parrocchie di moltiplicare gli sforzi per venire incontro alle moltissime richieste di sante messe per turisti e villeggianti nei luoghi più o meno rinomati. Spostandosi nelle zone di villeggiatura la grande massa dei cittadini e dei fedeli, ne consegue che il servizio pastorale estivo viene potenziato in queste aree, mentre viene a diminuire nelle grandi e medie città, ove lo spopolamento, soprattutto nel periodo di ferragosto è praticamente totale.
Non di rado che in questo periodo per poter partecipare non tanto alla messa quotidiana, ma a quella festiva e domenicale, bisogna far riferimento alla chiesa della parrocchia accanto e per le necessità spirituali urgenti (unzione degli infermi, confessione e comunione degli ammalati gravi) chiedere l’elenco dei preti disponibili e dei ministri straordinari della comunione che possono soddisfare tale esigenze durante questo tempo. Stesso problema avvertono le monache e gli istituti di vita consacrata che si trovano prive del cappellano per un periodo prolungato, per cui non hanno la possibilità di partecipare alla messa quotidiana e domenicale, assicurata ad esse durante l’intero anno. Per sopperire a tale necessità, si provvede con la celebrazione della Parola di Dio e con la comunione eucaristica. Ciò è dovuto al fatto della carenza dei sacerdoti che in molte Diocesi è rilevante, tanto è vero che mancano non solo i parroci titolari, ma anche i vicari parrocchiali. Praticamente diventa impossibile assicurare una turnazione per non privare comunità parrocchiale e religiose della presenza del sacerdote durante il periodo estivo e soprattutto di Ferragosto.
Per fronteggiare questa emergenza estiva annuale in campo pastorale, vescovi, superiori maggiori degli istituti cercano di programmare in tempo utile le vacanze dei propri sacerdoti e religiosi per non privare nessuna comunità del servizio pastorale e spirituale soprattutto domenicale. Cosa non facile, considerato che il tempo scelto per le vacanze dei sacerdoti e dalla quasi totalità è il mese di agosto, anche in ragione del fatto che con la fine dell’estate si riprendono le normali attività in parrocchie ed inizia il nuovo anno pastorale. Conciliare le due esigenze è soprattutto una questione di organizzazione, di coordinazione e di collaborazione non solo tra sacerdoti delle stesse foranie o diocesi, ma di collaborazione con altre diocesi, compresa la collaborazione tra i vari ordini e congregazioni religiose. In assenza di sacerdoti e religiosi il problema dell’assistenza spirituale estiva deve per forza di cosa passare attraverso un sistema di coordinamento regionale e nazionale, che va potenziato e migliorato proprio durante il periodo estivo. Solo così parrocchie, monasteri di claustrali, religiose, chiese e centri di ascolto non resteranno sprovvisti della presenza dei sacerdoti, che, stranamente proprio quando mancano, sono più richiesti ed apprezzati. Milano, Torino, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, tanto per fare alcuni nomi di metropoli, si trovano ad affrontare da anni questo problema e la soluzione in molti casi di parrocchie, chiese e monasteri, è “chiuso per ferie” e “per qualsiasi esigenza rivolgersi alla parrocchia aperta in questi giorni”.
C’è chi anche, tra preti e religiosi, adulti, avanti negli anni o ammalati che la vacanza non l’hanno mai fatto né potrebbero mai farla data le condizioni di salute in cui si trovano. E’ questa l’altra faccia della medaglia, che si somiglia molto a quella della realtà di tante famiglie e città ove anziani ed ammalati oltre a non poter fare la vacanza, spesso rimangono soli senza neppure un prete con cui chiacchierare, perché non ce ne sono o stanno in vacanza.


Napoli,
30 luglio 2006

L’Addetto Stampa- Curia provinciale- Passionisti

 

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