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Padre Antonio Rungi
Superiore Provinciale
antonio.rungi@tin.it
 

 

 

 

 

Napoli. S.O.S. dalle Monache Passioniste
di San Giacomo de’ Capri.
Di padre Antonio Rungi


Comunicato stampa
Venerdi'
9 giugno 2006, ore 11
,30


Dopo 80 anni di presenza nella città di Napoli, oggi rischiano la chiusura per mancanza di vocazioni. Si tratta delle Monache passioniste di San Giacomo dei Capri in Napoli, rimaste in solo 10 e con una media di età che supera gli 80 anni. La più anziana ha 94 anni, la più giovane 70. Una situazione che lascia poco sperare per il futuro, in considerazione della mancanza totale di vocazioni alla vita claustrale. Qualche tentativo, negli ultimi anni, per rianimare il Monastero è stato fatto dal delegato della Curia Arcivescovile di Napoli, padre Filippo Grillo e dall’Assistente spirituale del Monastero, il Superiore provinciale dei Passionisti di Napoli, padre Antonio Rungi, ma è andato a vuoto, in quanto non è facile impegnare la propria esistenza a servizio di Cristo in una struttura conventuale che conserva ancora forte il voto della clausura e salde sono le tradizioni che si sono consolidate nel tempo. Poche possibilità di contatto con l’esterno, se non in determinate circostanze come malattie e impegni civili inderogabili; ma vita claustrale entro le mura del Monastero, che pure offre tante opportunità per trascorrere la giornata e la vita all’insegna della spiritualità, del lavoro e della fraternità tra le sue. Per venire incontro alle necessità delle Monache, nei giorni scorsi ha fatto visita al Monastero delle Passioniste di Napoli il Superiore generale dei Passionisti, padre Ottaviano D’Egidio. Con il sostegno e l’incoraggiamento del Superiore provinciale dei Passionisti di Napoli, padre Antonio Rungi, loro assistente spirituale, le Monache hanno deciso la loro adesione alla Federazione dei Monasteri delle Passioniste d’Italia, promossa dalla Congregazione degli istituti di vita consacrata e società apostoliche e che, al momento, sta muovendo i primi passi. Si spera in un aiuto consistente di giovani monache passioniste già professe e con esperienze di organizzazione e governo per rilanciare la comunità monastica delle Passioniste di Napoli. Il Monastero recentemente ristrutturato ha una capienza di oltre 40 stanze con bagno e con tutte le strutture necessarie per una degna vita comunitaria. Sorge nel centro del Vomero di Napoli, in una zona bellissima sia per la splendida visuale e sia per l’ambiente sociale. Nella Chiesa delle Passioniste, soprattutto di Domenica e nelle Feste, arrivano fedeli della zona ed oltre per partecipare alla celebrazione eucaristica, che non manca mai alle Suore, avendo un cappellano stabile sia per i giorni feriali e festivi e tutto l’aiuto spirituale da parte dei Passionisti di Napoli. Il nodo da risolvere perché il Monastero possa continuare a vivere è quello dell’arrivo di nuove vocazioni, mature e serie, soprattutto dalla Campania e dal Sud d’Italia, in quanto il Monastero delle Passioniste di Napoli è l’unico del genere che esiste al Sud d’Italia. In questi 80 anni di storia le vocazioni a tale monastero sono arrivate proprio dalla Campania e dal Sud d’Italia con qualche arra eccezione di monache provenienti dal altre aree geografiche. Ora si pensa di trovare quell’aiuto necessario per rivitalizzare il Monastero delle Passioniste di Napoli mediante una promozione vocazionale a largo raggio, che riguardi il Sud ed anche mediante la collaborazione immediata di Monache provenienti da altri Monasteri d’Italia o dall’Estero e che oltre a sapere vivere in clausura a contatto con Dio, con la preghiera, sappiano aprirsi in modo efficace al territorio per presentare il volto più bello e significativo della propria consacrazione a Dio, mediante il voto della Passione del Signore, secondo il carisma di San Paolo della Croce. Un aiuto che non può lasciare indifferenti le comunità cristiane e le giovani, specie di coloro che avvertono nel proprio cuore il germe della vocazione ed ancora non riescono a canalizzarlo verso una scelta di vita, come quella passionista, che potrebbe dare senso e significato alla propria esistenza come impegno fondamentale di servire Dio e i fratelli soprattutto se bisognosi e sofferenti.
Un appello che le Monache lanciano attraverso gli strumenti della comunicazione sociale ai quali chiedono un supporto, non avendo altri mezzi per farsi conoscere e proporsi, in un mondo globalizzato e internettizzato. Senza televisione, senza computer ed Internet, chiedono la collaborazione ai potenti mezzi della comunicazione sociale per far conoscere il loro disagio, ma anche le loro attese e speranze. Perché non aiutarle a continuare a svolgere il loro prezioso servizio alla Chiesa universale e locale mediante la specifica funzione che è quella della preghiera, della lode a Dio, della penitenza e della rinuncia, come desiderando dal profondo del loro cuore, nonostante gli anni che sono avanti e di non poco?


Napoli,
9 giugno 2006

L’Addetto Stampa- Curia provinciale- Passionisti

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